SANTA TERESA DELLE DONNE

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Oggi, lasciamo che la nostalgia ci guidi nel ricordo di una delle gemme architettoniche che, purtroppo, non possiamo più ammirare nella nostra amata Bari. Parliamo della Chiesa e del Convento di Santa Teresa delle Donne che, sebbene meno conosciuta, era un tempo “sorella” della più celebre Chiesa di Santa Teresa dei Maschi. Questa preziosa struttura non esiste più, essendo stata demolita nel 1940 per far spazio a complessi di case popolari a tre piani. Sorgeva in Largo Sant’Annunziata, all’angolo con via Pier l’Eremita.

La chiesa e il convento furono fondati nel 1647 grazie alla visione dell’Arcivescovo Diego Sersale e al generoso contributo di Benedetto De Angelis, barone di Bitetto e Carbonara. Fu però madre Francesca Morra di Napoli a costruire sia la chiesa che il convento, dedicati ai Santi Giuseppe e Teresa. Questi edifici furono progettati per accogliere l’ordine femminile Carmelitano, mentre il vicino convento di Santa Teresa dei Maschi ospitava l’ordine maschile.

Nel 1757, un incendio danneggiò seriamente l’edificio, ma si dice che grazie al miracolo dell’icona della Madonna del Carmine, un tempo conservata tra le mura della chiesa, questa non fu totalmente distrutta. La chiesa fu successivamente restaurata nel XIX secolo per volere dell’Arcivescovo di Bari e Canosa, Michele Basilio Clary. Fu in questo periodo che il convento fu trasformato in un educandato per giovani nobildonne, a seguito della soppressione degli ordini religiosi nel 1806.

Grazie a una preziosa fotografia della Soprintendenza pubblicata da Apollonj Ghetti, possiamo ammirare la facciata della chiesa, caratterizzata da una semplicità affascinante, lontana (perlomeno all’esterno) dall’opulenza del barocco. Luminosa ed essenziale, la facciata aveva un coronamento lineare che le conferiva un’aria di serenità e ordine. Al centro, tre plinti decorati con eleganti volute sostenevano una croce.

Il portale, adornato da un architrave, presentava motivi ornamentali inusuali che catturavano l’attenzione, incorniciato da slanciate lesene e sormontato da un cornicione sporgente. Sopra il portale, tre finestre monofore e una finestra più grande, probabilmente aggiunta in epoca successiva, erano coronate da un altro cornicione. Due nicchie si affiancavano al portale, come custodi silenziose di un’architettura che raccontava storie di spiritualità e dedizione.

Per quanto riguarda l’interno, si ipotizza che la pianta fosse ad aula unica. La chiesa, ormai scomparsa, era un luogo di raccoglimento e bellezza, un angolo di pace in una città vibrante di storia e cultura. Probabilmente custodiva affascinanti affreschi secenteschi, altari e dipinti, così come un altare principale ligneo color oro.

Anche se non possiamo più vederla con i nostri occhi, la Chiesa di Santa Teresa delle Donne continua a vivere nei racconti di chi ne ha custodito la memoria. Era un simbolo di spiritualità e dedizione, un gioiello architettonico che ha arricchito la storia di Bari, lasciando un’eredità che risuona ancora oggi nei cuori di chi conosceva la sua bellezza.

Fonte studio Michele Gravina da :

Fonti studio:

“Le Chiese di Bari Antica” di Gerardo Cioffari

“Bari”, in V. Cazzato, M. Fagiolo, M. Pasculli Ferrara, Atlante del Barocco in Italia. I. Terra di Bari e Capitanata, Roma 1996.

Fotografia della Soprintendenza, pubblicata da Apollonj Ghetti, 1940 in “Le Chiese di Bari Antica” di Gerardo Cioffari